Vizi Capitali

Idea

Premessa i sette vizi capitali sono la superbia, l'avidità, l'ira, l'invidia, la lussuria, la gola e l'accidia e sono contrari alle sette virtù capitali.

Presenti in opere letterarie come nella Divina Commedia di Dante Alighieri, in cui i penitenti del Monte Purgatorio sono raggruppati e penitenziati in base al loro peccato peggiore. L'insegnamento della Chiesa si concentrava in particolare sull'orgoglio, ritenuto la radice di tutti i peccati in quanto allontana l'anima da Dio, e sull'avidità o cupidigia. I sette peccati capitali sono discussi nei trattati e raffigurati nei dipinti e nelle decorazioni scultoree delle chiese cattoliche, nonché nei libri di testo più antichi.

Superbia: radicata convinzione della propria superiorità, reale o presunta, che si traduce in atteggiamento di altezzoso distacco o anche di ostentato disprezzo verso gli altri, nonché di disprezzo di norme, leggi, rispetto altrui;

Avarizia: derivante più precisamente dall'etimologia latina avaritia, collegata all'avidità della fame cupidigia, avidità, costante senso di insoddisfazione per ciò che si ha già e bisogno sfrenato di ottenere sempre di più;

Lussuria: incontrollata sensualità, irrefrenabile desiderio del piacere sessuale fine a se stesso, concupiscenza, carnalità, divinizzazione del sesso sempre maggiore, che può andare dalla fornicazione sino all'adulterio, e agli atti più estremi e perversi;

Invidia: in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si prova dispiacere e astio per non avere noi quel bene e a volte un risentimento tale da desiderare il male di colui che ha quel bene o qualità;

Gola: nel suo senso concreto, è l'irrefrenabile bramosia di ingurgitare cibi o bevande senza fermarsi al limite della sazietà imposto dal corpo, ma proseguire nella consumazione per puro piacere e ingordigia. Nel suo senso astratto, "goloso" è chi abusa di una determinata cosa, andando al di là del limite imposto dalla natura umana.

Ira: alterazione dello stato emotivo che manifesta in modo violento un'avversione profonda e vendicativa verso qualcosa o qualcuno;

Accidia: torpore malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene, pigrizia, indolenza, infingardaggine, svogliatezza, abulia.

Nelle foto qui presentate dal Fotografo Paolo Portogallo vi è un percorso dove lo spettatore viene pian piano introdotto da semplici sguardi di complicità fino ad essere lui stesso il soggetto principale delle opere, ma partiamo in ordine: Avarizia , una ragazza distesa con delle banconote da 50 euro che osserva direttamente chi è sopra di lei con quel sorrisetto che allude alla certezza che otterrà sempre ciò che desiderà.

a seguire la Superbia: osservarsi in maniera compulsiva e provare un certo piacere nel vedersi, auto-lusingamenti, idolatrarsi, in quanto essere convinto di essere migliore di altri.

Lussuriosi, il sentimento, quasi inesistente, ma un forte senso di voler vivere, provare i piaceri carnali fino a perderne il controllo. La Gola, un vizio di cui molti spesso sono vittime e che non possono farne a meno di strafogarsi senza pensare agli altri. una fame quasi animalesca.

e chi ha gli occhi intrisi del sangue dell' ira? ha un senso quasi teatrale, studiato nei dettagli di come far soffrire/uccidere. Accidia, quella non voglia di far del bene, del non voler vivere e un ' apatia delle situazioni che ella stessa vive.

e chi, come me ha sofferto d'invidia nel vedere la ragazza/o che da sempre abbiamo rincorso ? abbiamo avuto paura, sofferto per ciò che altri hanno saputo ottenere e che possiedono e noi ? No.

abbiamo odiato e desiderato il male per chi è riuscito.

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